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Dichiarazione del Portavoce dell'Ambasciata Cinese in Italia sulla speculazione delle questioni relative allo Xinjiang riportata da alcuni media italiani
2023-05-22 20:30

L’Ambasciata cinese in Italia ha preso atto che oggi alcuni media italiani hanno approfittato di qualche vicenda cinese per speculare di nuovo sulle questioni relative allo Xinjiang. I reportage pertinenti si discostano seriamente dai fatti e le cosiddette “prove” si basano su una grande quantità di informazioni false. Di ciò manifestiamo la nostra ferma obbiezione.

Innanzitutto, non esiste il cosiddetto “genocidio” nella Regione Autonoma dello Xinjiang Uygur. Negli ultimi 40 anni, la popolazione uigura dello Xinjiang è aumentata da 5,55 milioni a 12,8 milioni, l’aspettativa di vita media è incrementato da 30 anni a 72 anni. Dal 2014 al 2022, il PIL della Regione è aumentato da 919,59 miliardi di yuan a 1,77 mila miliardi di yuan. Secondo lo standard attuale, 3,089 milioni di poveri sono stati tutti sottratti alla povertà e il problema locale della povertà assoluta è stato storicamente risolto. In quale parte del mondo esiste un simile "genocidio"?

In secondo luogo, le cosiddette "immagini satellitari" e le "testimonianze" contenute nel reportage si sono già rivelate molte volte informazioni false. Il rapporto relativo allo Xinjiang preparato dall'Australian Strategic Policy Institute (ASPI) utilizza immagini satellitari per localizzare e "studiare" lo Xinjiang. I luoghi contrassegnati come "campi di rieducazione" sono in realtà strutture pubbliche e civili come edifici per uffici del governo locale, case di cura e scuole, quei fatti sono completamente aperti e verificati e non è necessario utilizzare "immagini satellitari" per "provare"; e il "Chinese Human Rights Defenders", un'organizzazione non governativa sostenuta dal governo degli Stati Uniti, tramite solo interviste con 8 uiguri e stime approssimative, è giunta all'assurda conclusione che "su 20 milioni di persone nello Xinjiang, il 10% è detenuto nei 'campi di rieducazione'". Come può avere credibilità un "rapporto di indagine" così fittizio?

Negli ultimi anni, più di 2.000 esperti, studiosi, giornalisti, diplomatici, figure religiose e altre persone provenienti da più di 100 Paesi hanno visitato lo Xinjiang, hanno testimoniato di persona i risultati dello sviluppo economico e progresso sociale dello Xinjiang e hanno espresso molte voci obiettive ed eque. Esortiamo ai giornalisti competenti di rispettare l'etica professionale più basilare, di comprendere e riconoscere obiettivamente la verità e di non agire come "microfono" di bugie relative alla Cina.

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